30 novembre 2007

Roberto Benigni, Il V Canto Dell’Inferno

Se ve lo siete perso, mi dispiace per voi, io qui posso fare al massimo una sintesi, come potrei replicare uno spettacolo di tre ore in cui Benigni ha parlato ininterrottamente come un fiume in piena?! Ormai lo conoscete, sapete com’è fatto! :)

Nella prima ora Roberto Benigni compiendo un excursus ironico dei casi salienti e vergognosi della nostra politica è riuscito a farci ridere di questa croce comune.
È partito chiedendo un sms di sostegno per Teletron, i Savoia hanno bisogno dei nostri soldi (l’avete letto no?), e non ha risparmiato nessuno, Prodi, Berlusconi, Fini, Casini, Santanche, Tremaglia, i Senatori a Vita, Mastella, D’Alema, Calderoni, Bondi, Storace, Schioppa, Ferrara, Sircana, le intercettazioni di calciopoli, vallettopoli, ecc…ecc..

Eppure, nonostante tutto, non siamo solo una Repubblica da Barzelletta, Benigni ci tira su il morale ricordandoci i grandi personaggi e le grandi invenzioni dell’Italia, come la musica, l’architettura… Ed occhio al sud! È da lì che spesso sono arrivati i più grandi pensatori, forse sempre da lì arriverà una nuova spinta, si spera!

Poi per mezzora, tengono banco i ricordi della fanciullezza di Benigni, le sfide in rima al bar, il primo film porno, le gite al mare, personaggi curiosi come Marione, tutti episodi molto divertenti che raccontano una Italia simpaticamente ingenua che ormai non c’è più.

Infine si arriva al V canto, Dante è nel secondo girone, quello dei lussuriosi. Fra le anime punite Virgilio mostra a Dante Semiramide, Didone, Cleopatra, Elena di Troia, Achille, Paride e Tristano.
Dante però, è particolarmente incuriosito da due anime che fluttuano abbracciate, sono Paolo e Francesca, che Dante racconta con i versi più belli che siano mai stati scritti:



Versi:
97 Siede la terra dove nata fui
su la marina dove 'l Po discende
per aver pace co' seguaci sui.

100 Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende,
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende.

103 Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer si forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.

106 Amor condusse noi ad una morte.
Caina attende che a vita ci spense".
Queste parole da l'or ci fuor porte.

109 Quand'io intesi quell'anime offense,
china' il viso, e tanto il tenni basso,
fin che 'l poeta mi disse: " Che pense?".

112 Quando rispuosi, cominciai: "Oh lasso,
quanti dolci pensier, quanto Disio
menò costoro al doloroso passo!".

115 Poi mi rivolsi a loro e parla' io,
e cominciai: "Francesca, i tuoi martiri
a lagrimar mi fanno tristo e pio.

118 Ma dimmi: al tempo d'i dolci sospiri,
a che e come concedette amore
che conosceste i dubbiosi disiri?".

121 E quella a me: "Nessun maggior dolore
che ricordarsi del tempo felice
ne la miseria; e ciò sa 'l tuo dottore.

124 Ma s'a conoscer la prima radice
del nostro amor tu hai cotanto affetto,
dirò come colui che piange e dice.

127 Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lancillotto come amor lo strinse;
soli eravamo e sanza alcun sospetto.

130 Per più fiate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso;
ma solo un punto fu quel che ci vinse.

133 Quando leggemmo il disïato riso
esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,

136 la bocca mi basciò tutto tremante.
Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante".

139 Mentre che l'uno spirto questo disse,
l'altro piangëa; si che di pietade
io venni men così com'io morisse.

142 E caddi come corpo morto cade.

Parafrasi:
97. "Io nacqui a Ravenna, sulla costa marina dove il Po discende nell'Adriatico per aver pace con i suoi affluenti (seguaci). 100. L' amore, che subito accende i cuori educati ai sentimenti, fece innamorare lui del mio bell'aspetto che mi è stato tolto in un modo così brutale che ancora mi offende. 103. E poichè l'amore fa innamorare chi si sente amato, mi prese così forte l'amore per costui che come vedi ancora non mi abbandona. 106. Quello stesso amore ci condusse alla morte. Ma la Caina (ultimo cerchio dell'Inferno) attende chi ci uccise." Queste le parole che ci dissero. 109. Dopo aver sentito lo sfogo di quelle anime, chinai la testa finchè Virgilio mi chiese: "Che pensi?" 112. Risposi: "Oh quanti dolci pensieri, quanta passione li condusse a questa dolorosa morte!". 115. Poi mi rivolsi loro: "Francesca, le tue pene mi strappano lacrime di dolore e di pietà. Ma dimmi: ai tempi del vostro amore, come si palesò facendovi scoprire i vostri desideri inconsci?". 121. Francesca a me: "Non c'è dolore peggiore che ricordare il tempo felice nella miseria, lo sa bene Virgilio il tuo maestro. 124. Ma se desideri sapere come è nato il nostro amore te lo racconterò fra lacrime e parole. 127. Stavamo leggendo per passatempo come Lancilotto fu colto dall'amore; eravamo soli e senza sospettare alcun pericolo. 130. Parecchie volte la lettura ci spinse a guardarci negli occhi, e arrossivamo in viso; ma solo un punto ci avvinse portandoci alla rovina. 133. Quando leggemmo che la bocca sorridente di Ginevra venne baciata dal suo famoso amante, lui, che mai si separerà da me, la bocca mi baciò tutto tremante. Galeotto fu il libro e chi lo scrisse: quel giorno non andammo più avanti nella lettura." 139. Mentre Francesca mi diceva queste cose, l'altro piangeva, tanto che io fui colto da tale pietà che venni meno come se morissi. 142. Caddì come un corpo morto.


Dal 6 Dicembre andranno in onda altre puntate dedicate a "La Divina Commedia", spiegata ed interpretata da Benigni. Non dico di seguirle tutte, ma almeno una, un po’ di cultura ogni tanto non può far male.

2 COMMENTI:

  1. Anonimo9:37 PM

    Benigni è un genio!!

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  2. Anonimo6:37 PM

    Guarda Sara per me Benigni è anche sexy! :)
    Lo adoro in tutto e per tutto!!!
    Ciao!

    RispondiElimina

 
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