06 settembre 2012

E.T. L'extra-terrestre

Gli alieni si fanno un giretto nei boschi della California, ma sorpresi dagli agenti sono costretti a fuggire in tutta fretta dimenticando uno di loro.

Il poveretto si avvicina a un centro abitato e incontra un bambino di nove anni, Elliot. Tra i due è subito simpatia, inteso nel pieno significato etimologico del termine (συμ-πάθεια= soffrire insieme).
Elliot sente ogni sensazione di E.T..
Aiutato dal fratello maggiore Michael e dalla sorellina Gertie (Drew Barrymore), Elliot ospita E.T. nella sua stanza senza che la mamma lo venga a sapere.
L'alieno impara a conoscere gli usi degli umani e smontando dei loro congegni elettronici crea un "telefono" per chiamare i suoi simili.

Il telefono sembra funzionare, ma nessuno torna a prendere E.T..
Elliot deve tornare a casa per non far preoccupare oltre sua madre e lascia E.T. nel bosco in attesa di una navicella spaziale che lo riporti sul suo pianeta.
Il bambino sta male, chiede al fratello di cercare E.T., sa che la sofferenza che sente è la stessa che sta provando l'alieno.
Michael trova E.T. ridotto in fin di vita. Lo porta a casa. La situazione è drammatica, i ragazzi devono chiedere aiuto a un adulto. Non fanno in tempo a spiegare alla loro madre i fatti che la casa viene circondata.

I ragazzi sono stati tenuti sotto controllo e spiati da agenti del governo che erano sulle tracce degli alieni dopo il loro primo avvistamento in zona.

In un attimo una normale casa amaricana diventa un laboratorio medico super efficiente e perfettamente sterilizzato.
Cosa ne faranno di E.T.?

Storia semplice ma coinvolgente. Risveglia i buoni sentimenti e la fantasia. Uno dei film di cui Spielberg è più fiero. Sicuramente uno dei più personali. Steven Spielberg soffrì molto da bambino il divorzio dei suoi genitori, e cercò di placare il vuoto che provava rifugiandosi nella fantasia, immaginando un amico alieno. In Elliot c'è molto del piccolo Steven.

Prima di E.T. gli alieni erano per lo più robot o corazzati da tute metalliche, feroci invasori dalla tecnologia avanzata. E.T. si mostra pacifico già nel suo essere molle, senza armi e difese.
Le tenere sembianze di E.T. conquistarono il pubblico e Carlo Rambaldi potè vincere il suo terzo Oscar per migliori effetti speciali (dopo "King Kong" 1976 e "Alien" 1979).

Bellissima e indimenticabile anche la colonna sonora di John Williams, premiato con un Oscar.

Agli Oscar 1983, su nove nomination andarono a buon segno solo quelle legate agli effetti speciali e alla musica. Quell'anno l'Oscar come miglior film e miglior regia andò a "Ghandi" di Richard Attenborough.

1 COMMENTI:

  1. Che voglia di rivederlo, oltre ad "Incontri ravvicinati del terzo tipo" credo sia uno dei pochi film in cui gli alieni sono buoni e non vengono sulla Terra per conquistarla.

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