14 gennaio 2013

La poliziotta

Protagonista assoluta de “La poliziotta” (1974, regia di Steno) è Mariangela Melato. Giovanissima e bellissima, dimostrava un vero talento nella recitazione e una spiccata personalità, decisa, ironica e raffinata al tempo stesso.

La Melato interpreta Giovanna Abbastanzi una bella ragazza che sa di valere molto di più di quanto gli uomini che la circondano le vogliono far credere.

Decisa a fuggire, alla stazione non le propongono grandi mete, ma si accorge di un manifesto, un concorso per vigili urbani aperto per la prima volta anche alle donne. Pronta a diventare una paladina del bene come la sua eroina Giovanna D’Arco, la ragazza si presenta al concorso!
Unica donna tra le reclute, riesce a farsi valere grazie alla sua determinazione.

Diventata una vigilessa, con orgoglio e disciplina compie il suo lavoro. Multe a tutto spiano, indaga, osserva, scopre diverse gravi illegalità coperte da sempre.

Il pretore Patanè (Orazio Orlando) si innamora di Giovanna, e per amor suo l'appoggia nelle sue battaglie. I due faranno carriera? Scherzate?! Siamo in Italia, chi tenta di bloccare l’illegalità viene spedito il più lontano possibile!

Quindi commedia sì, ma con criterio. Con ironia si mettono in luce le difficoltà dell’emancipazione femminile e l’impossibilità di educare alla legalità il nostro Paese.

Nel cast anche Renato Pozzetto, Mario Carotenuto, Alvaro Vitali e una breve comparsa di Umberto Smaila.

Per “La poliziotta”, Mariangela Melato ottenne il suo primo David di Donatello come migliore attrice protagonista.

Il film ispirò il regista Michele Massimo Tarantini, che realizzò con Edwige Fenech tre “sequel”: “La poliziotta fa carriera” (1976), “La poliziotta della squadra del buon costume”(1979), “La poliziotta va a NewYork”(1981). Sequel tra virgolette perché con il cambio della protagonista e del regista, lo spirito del primo film si è perso totalmente. Se “La poliziotta” è un film per tutti, quelli con la Fenech sono evidentemente prodotti per far felici le fantasie maschili. L’unico punto in comune tra “La poliziotta” e gli altri tre film è Alvaro Vitali, agente imbranato e raccomandato.

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