15 maggio 2013

La bottega dei suicidi

I Tuvache sono una specie di famiglia Addams.
Solo che gli Addams vivono di una rendita infinita e non hanno mai fatto del male a nessuno (almeno così mi sembra di ricordare!), mentre i Tuvache guadagnano vendendo veleni, armi, corde, insetti, serpenti...qualsiasi cosa possa servire a suicidarsi.

Un bel giorno la signora Tuvache mette al mondo il terzo figlio: un sorridente, vivace e allegro bambino!
Il comportamento di Alan è insolito e mal visto dai genitori.

("La famigla Addams 2": anche lì, terzo figlio, si ammala, diventa biondo, roseo e sorridente, un vero cruccio per la famiglia!)

Alan vuole riportare la felicità in città, e sa che per avere buoni risultati il cambiamento deve partire dalla sua famiglia. Se riscoprono la gioia di vivere e smettono di vendere congegni suicida, tanta gente, senza un mezzo con cui farlo, smetterà di abbandonare prima del previsto la vita.

Questo film d'animazione franco-belga-canadese, non è riuscitissimo.
L'atmosfera tetra iniziale non si trasforma in sole e gioia nel finale. La bottega dei suicidi diventa un ristorante e si accende di luci, ma il padre di Alan vende ancora sottobanco veleni e la città attorno resta cupa e silenziosa.

Purtroppo il film risulta più convincente quando elogia il suicidio che quando si fa profeta della gioia di vivere!
Capisco perché abbiano voluto vietarne la visione ai minori di 18 anni. In Italia si tende a dare troppo per scontato che se si tratta di un cartone animato deve per forza andare bene per i bambini! Genitori, informatevi prima di portare al cinema i vostri figli!
Però, non si può nemmeno dare torto a Sandro Parenzo che si è occupato della distribuzione del film, furioso, si è così sfogato: "In questo paese ho dovuto assistere a un pomeriggio domenicale in tv con la D’Urso che intervistava una persona che spiegava come aveva strangolato la nipote, senza scandalo per nessuno, pur essendo le 15, questo film invece ha il divieto ai minori di 18…"
Ha fatto ricorso e il divieto è stato ritirato.

Il mio consiglio? Da non vedere assolutamente se siete anche un po', leggermente, appena appena tristi.
E se siete allegri, be', perché rattristarvi, guardate altro.

Note:
- Storia tratta dal romanzo di Jean Teulé “Le Magasin del sucides”.
- I nomi dei componenti della famiglia si riferiscono a note personalità morte per suicidio: Yukio Mishima (Mishima nome del padre), Marilyn Monroe (Marilyn la figlia), Vincent Van Gogh (Vincent il figlio), Alan Turing (Alan il piccolo di famiglia). E la mamma? Si chiama Lucrèce come Lucrezia Borgia, passata alla storia come un'avvelenatrice.

1 COMMENTI:

  1. Con la differenza che la famiglia Addams faceva effettivamente ridere. Questo film ci prova, ma inutilmente.

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