06 maggio 2015

Samba

Ancora una volta vediamo Omar Sy nei panni di un immigrato in cerca di lavoro.
Se in "Quasi amici" di voglia di impegnarsi ne aveva poca, in "Samba" è più serioso e deciso a diventare uno chef seguendo le orme di suo zio, che, prima di lui, ha lasciato il Senegal per cercar fortuna a Parigi.
Nonostante tutta la sua buona volontà, la burocrazia francese, tra permessi e carte bollate varie, gli renderà difficile farsi una posizione e lo costringerà a un lungo periodo di clandestinità.
Chiede aiuto a un'associazione, e lì incontra Alice (Charlotte Gainsbourg), una problematica e novellina volontaria.

In questo film, a mio avviso, c'è stato un errore enorme: scegliere Charlotte Gainsbourg come protagonista femminile.

Si porta ancora addosso quell'inquietudine del suo personaggio di "Nymphomaniac". Non appare come una donna carina con qualche problema da poter sconfiggere con un briciolo d'amore e d'ironia. Da più l'impressione di una che ha toccato il fondo. La sua presenza appesantisce il film, e francamente non si percepisce grande alchimia con Omar Sy. Nel vederli insieme non c'è nulla di romantico. Lui la tratta bene per interesse, lei perché attratta fisicamente. Un po' squallida come relazione. Anche se a guardare bene certe coppie in circolazione, forse è anche fin troppo realistica.

Vi consiglio "Samba" se avete voglia di conoscere la vita di un immigrato onesto senza perdervi nelle solite polemiche o nel falso buonismo dei talk show.

Nel cast anche Tahar Rahim, ve lo ricordate in "Un amico molto speciale"?

Il film è un adattamento del romanzo "Samba pour la France" di Delphine Coulin.

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