28 gennaio 2006

LEON

New York, Little Italy.
Un italo-americano è nei guai, ha tagliato male la cocaina che ha venduto, ed ora è minacciato da dei tizi che sembrano fare sul serio. Ha combinato un bel casino a cui non sa porre rimedio, così oltre alla sua vita mette in pericolo quella di tutta la sua famiglia.
Una famigliola che è ben lontana da quelle felici e sorridenti della pubblicità: lui spacciatore, la sua donna fa la prostituta come la figlia maggiore, la secondogenita ancora troppo piccola per la strada non va a scuola e si occupa della casa e del fratellino di quattro anni, l’unico della famiglia che ama davvero. Il nome di questa ragazzina è Mathilda, ha 12-13 anni, fuma e si atteggia già da piccola donna, mostrando un bel caratterino, nonché una buona dose di sex-appelle nonostante la sua giovane età. È affascinata dal suo misterioso vicino di casa, un uomo che ha la stessa età del padre, di pura razza italiana, alto, e che compra ogni giorno due litri di latte.
Riesce ad instaurare un dialogo con lui, niente di particolare, brevi e vaghi scambi di opinioni ogni volta che si incrociavano sul pianerottolo del loro squallido palazzo.
Ma un giorno il caso vuole che, mentre Mathilda è via a fare la spesa per la sua famiglia ed anche per il vicino, ricambiando così una sua gentilezza, arrivano i tipacci che ce l’hanno con il padre e massacrano tutta la famiglia.
Mathilda si salva per miracolo grazie alla pietà del vicino che le apre la porta.
Da quel momento Mathilda non entra semplicemente in un appartamento, ma nell’ intera vita del suo vicino.
“Tu come ti chiami?” gli chiede Mathilda.
“Leon” risponde lui.
“Che nome cazzuto!” replica la ragazzina.
I due fanno un patto: lei si occuperà di tutte le faccende domestiche ma in cambio lui dovrà insegnarle a “pulire”, uccidere. La bambina vuole infatti vendicare l’omicidio dell’amato fratellino.
Quella simpatia che era nata a pelle presto li renderà sempre più complici fino a farli innamorare.
Ma il loro sarà un amore puro, come se entrambi fossero dei bambini. Pur essendo un sicario perfetto, scaltro e spietato, Leon ha un animo dolce ed ingenuo.
Ad uccidere la famiglia di Mathilda non è stata una semplice banda di delinquenti della zona, ma uno schizzato capo della Polizia che sfruttando tutti i poliziotti del suo dipartimento e le armi messe a disposizione dallo Stato provvede a regolare i suoi loschi affari. Quest’uomo è completamente folle, se ne rendono conto i suoi fidati collaboratori, eppure continuano ad eseguire i suoi ordini vivendo con il terrore di essere uccisi per mano sua solo per uno scatto di nervi.
Il finale è da vedere, dico solo che risulta inaspettato per chi è ottimista.
Seguono i titoli di coda su "Shape Of My Heart" di Sting.

Grazie a questo film ho conosciuto il talento di Jean Reno, l'attore francese che interpreta Leon. Dopo questo ruolo ha trovato fortuna nel cinema internazionale, certo, è stato più sfruttato (o forse è meglio dire sprecato!) per film d’azione o dove servisse un francese, che per altri ruoli così belli ed intensi, ma c’è da considerare che per un attore europeo imporsi ad Hollywood è dura! Sono sottoposti quasi a un razzismo, oserei dire, che li reclude a ruoli da caratteristi. Ma quando uno ha carisma e talento da vendere riesce a lasciare un segno anche in film superficiali!

Mathilda è interpretata da una Natalie Portman fenomenale! L'ho adorata in questo film. Bravissima! Così giovane e già così brava!

La regia del film è di Luc Besson, anche lui grazie a questo film ha visto proiettata la sua carriera a livello internazionale. Una regia molto semplice, ma teniamo conto che siamo nel 1994 e la produzione francese di certo non contava un grosso budget…. in fondo essere semplici non è per forza negativo! La storia scorre chiaramente con i giusti momenti di souspance e di tenerezza evitando immagini di eccessiva violenza.

Assolutamente consigliato!

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