17 settembre 2011

Divorzio a casa Bocchino

Carfagna sì, Carfagna no?
Lei ha negato, nel famoso videomesaggio di Youtube: «Sono solo chiacchiere al vento e che il vento se le porti, ed è l'ultima volta che parlo di vicende personali, per il resto sarò sempre qui puntuale a rispondere di tutte le cose che faccio». Aggiungendo che spiegazioni le avrebbe date solo all'uomo che ama dal 2008 e ha sposato di recente con Berlusconi come testimone.

Bocchino, invece, pur non ammettendo nulla di compromettente, ha chiesto scusa pubblicamente alla moglie durante un'intervista a "Che tempo che fa".

Secondo la moglie di Bocchino, Gabriella Buontempo, non ci sono dubbi. La relazione tra i due è durata tre anni. Quando a questa si sono aggiunti altri tradimenti, persino con Sabina Began, l'ape regina delle notti di Arcore, la Buontempo ha dececiso di chiedere il divorzio.

Quanta pazienza deve avere una moglie? Si può far finta di nulla? Cosa avreste fatto al suo posto?

Sul Corriere della sera, Gabriella Buontempo racconta la sua esperienza:
«... Italo la usava come un giocattolo. Me lo diceva lui: guarda cosa le faccio dire. Mi ha mandato decine di lettere in cui mi dichiarava che per lui, lei non contava nulla. Ci siamo scontrati tutti i giorni, per tre anni. Ho resistito. Ma poi quando alle Regionali lui le ha portato tutti quei voti, e lei ha dichiarato di essere un soggetto politico, beh, l'ho trovato mostruoso, proprio come donna. Mi sono incazzata, pur non essendo mai stata femminista. Tra l'altro Italo ha continuato a tradirmi non solo con la Carfagna ma anche con altre che non mi dicono per carità cristiana. Anche se io ho intuito».

«Fra noi fu un colpo di fulmine. Siamo andati a vivere insieme dopo due settimane. Ma se lei mi chiede se con me è stato rispettoso... Ho subìto ripetuti tradimenti, ai quali ho sempre cercato di reagire pensando alla famiglia. È stata una sofferenza lunghissima. Poi mi sono arresa all'evidenza».

«Con le bambine stiamo cercando di limitare i traumi. Anche se leggo nei loro occhi, soprattutto della più grande, molto dolore. Alla fine della vacanza col padre mi ha detto: mamma, siamo sopravvissute. E poi, quando le abbiamo comunicato che ci separavamo, ha commentato: almeno non ti vedrò più piangere di nascosto. Ho capito che avevo fatto la cosa giusta. Adesso, almeno, hanno una mamma serena. Ci chiamiamo i tre moschettieri».

«Italo ha sempre sostenuto che il mio dovere era sopportare, così come le nostre nonne e le nostre mamme avevano sempre incassato il tradimento in nome dell'unità familiare. Lo ammetto: ho vissuto a lungo in soggezione psicologica, come tante donne. E infatti la mia separazione è stata interpretata da molte come un gesto di grande coraggio. Non sta mai bene se una donna rompe un matrimonio».


Foto: Carfagna e Bocchino fotografati dalla Mussolini, cosa che aumentò l'astio tra le due.

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